La Data appare nel Trattato di Francesco Di Giorgio, che la descrive accuratamente, come la Stalla Ducale, con un seccatoio per il fieno sotto la copertura in coppi.
Costruita durante il periodo in cui Guidobaldo era signore di Urbino, la Data costituiva parte integrante del Complesso del Mercatale nel disegno del Duca Federico da Montefeltro. Nessuno conosce l’origine del nome, il cui uso si perse insieme al suo utilizzo in seguito al trasferimento della Corte a Pesaro. Al suo abbandono fecero seguito dissesti e cedimenti che portarono a poco a poco al crollo della volta e del tetto.
Nel 1830, quando venne aperta la nuova strada di accesso alla città, la terra di risulta venne riversata nella lunga manica e ne fu concesso l’uso, a titolo di indennizzo, ai proprietari espropriati. Furono piantati alberi da frutto che crebbero così rigogliosi da valere al manufatto il nome di Orto dell’Abbondanza.
Giancarlo De Carlo ebbe per questo edificio – per lui simbolo della rivitalizzazione e del recupero monumentale della città e del suo centro storico – una particolare attenzione e affrontò a più riprese progetti di recupero, sottoponendoli di volta in volta all’amministrazione comunale.
Il progetto definitivo, oggi parzialmente realizzato per volontà e iniziativa della Soprintendenza, lo destina a Osservatorio della Città che prevede per questo spettacolare manufatto un utilizzo pubblico, prevalentemente espositivo, capace di valorizzare le qualità urbane e territoriali del Montefeltro.
La facciata monumentale sulla quale si alternano in sequenza i pieni e i vuoti scanditi dai nove finestroni voltati, nasconde una struttura metallica che lascia intatti i reperti e il solaio originario creando tre nuovi livelli destinati ad ospitare le nuove attività.