Facoltà di Legge (1966-68)
L’organismo architettonico era un convento del XVIII secolo, disposto su due piani intorno a una corte interna, usato dopo il 1850 come orfanotrofio. Il passo iniziale è stato quello di rimuovere tutte le parti aggiunte e ripristinare l’antica intelaiatura strutturale.
De Carlo ha lavorato contemporaneamente ad una “operazione di scavo” per ottenere due ampi vani sotto le zone corrispondenti alla corte interna e al nuovo giardino. L’ingresso è enfatizzato dalla corte murata e dalle dieci cupole dei lucernari circolari che fuoriescono nel giardino ed illuminano la biblioteca.
L’Aula Magna può essere considerata una rivisitazione degli ambienti del monastero di Santa Chiara di Francesco di Giorgio (oggi sede dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche).
Nella sala della Facoltà di Legge sono riproposti i tagli delle finestre a orecchie, ma viene ripresa anche la conformazione stessa dei locali coperti con volta a botte e bloccati dalla parete di fondo.