L’Associazione culturale Ca’ Romanino, nata nel 2002, quando l’opera cinquantennale di Giancarlo De Carlo a Urbino era divenuta oggetto di una campagna denigratoria e il compimento della sua ultima opera nel centro storico (il recupero della DATA) ostacolato, si era proposta di far conoscere ai visitatori e agli alunni delle scuole (vedi ARCHIVIO) quell’unicum architettonico-urbanistico-territoriale che la Città era diventata grazie agli interventi dell’architetto urbanista sul mirabile tessuto della città antica, e si era adoperata perché fossero rimossi gli ostacoli alla realizzazione del Progetto Osservatorio, un prezioso strumento di valorizzazione delle risorse della Città e del suo territorio, una finestra sulla Città e sul Mondo.
Aveva anche cominciato a pensare a un utilizzo di Ca’ Romanino, la bella architettura in cima al colle, diventata sede dell’Associazione per volontà della proprietaria, a scopi turistici e culturali per assicurarle i mezzi di sopravvivenza per il futuro. Dopo la pubblicazione del libro Ca’ Romanino, una casa di Giancarlo De Carlo a Urbino, e la sua diffusione anche oltralpe, l’interesse suscitato per le speciali caratteristiche di questa architettura in docenti e studenti di diverse Università italiane e straniere che ne hanno fatto oggetto di studio e di ricerche, e la condivisione delle finalità di salvaguardia del bene da parte di un pubblico sempre più numeroso, ci ha convinto ad ampliare gli orizzonti del nostro progetto. Ad utilizzare la casa e il luogo non solo per la sua sopravvivenza, ma come strumento di comunicazione e di diffusione del pensiero e dell’opera di Giancarlo De Carlo.
Abbiamo organizzato l’accoglienza a Ca’ Romanino per quanti vengono a visitare la Urbino di De Carlo o vogliano qui sostare per godere del suo straordinario dialogo col paesaggio, e per quanti ( studiosi o docenti di architettura del Novecento) scelgono Urbino e la casa per i loro convegni e seminari di studio. I contatti a livello internazionale, che stiamo favorendo con particolari iniziative, hanno esaltato la nostra finalità di conoscenza dell’importante opera di De Carlo a Urbino.
Contiamo di poter fare lo stesso salto di qualità anche nel sollecitare le Istituzioni perché le opere di De Carlo incompiute o a rischio di degrado siano recuperate alla luce dei nuovi scenari economici, sociali e culturali della Città, e nella ricerca, anche per Ca’ Romanino, dei mezzi necessari alla sua conservazione.
Per perseguire queste finalità la forma istituzionale più efficace ci è sembrata una Fondazione di Partecipazione perché permette di allargare, anche dopo che è stata costituita, la base di Soci che si è dichiarata disposta a operare nella direzione delle finalità condivise. La fondatrice e il gruppo dei Soci che hanno accettato, come primi partecipanti, di assumersi compiti e responsabilità (vedi statuto) hanno dato vita alla Fondazione Ca’ Romanino.